Nato per confutare il perduto Elogio della chioma di Dione di Prusa, questo breve scritto polemico sarcasticamente respinge ad uno ad uno gli argomenti a sostegno di una folta capigliatura e, con brillanti paradossi, giunge – addirittura – ad esaltare la calvizie.
Quando al dramma della caduta dei capelli – di cui cerca faticosamente di farsene una ragione – si aggiunge la beffa di uno scritto polemico (che riaccende un dolore mai del tutto sopito), Sinesio si trova costretto a combattere su due fronti, quello della natura e quello della cultura.
Decide così di accettare una sfida davvero difficile: difendere la calvizie e far vergognare i capelluti richiede, infatti, una sottigliezza d’ingegno e un’abilità retorica di gran lunga superiore a quella del suo zazzeruto antagonista.
E tuttavia il vescovo-filosofo, convinto del fatto che capelli e intelligenza difficilmente possano coesistere (com’è dimostrato dal fatto che gli animali generalmente ritenuti più stupidi sono anche i più pelosi), ci presenta una serie infinita di argomentazioni – talvolta ai limiti del paradosso – che, facendo arrossire ogni capellone, ci convincono della bontà delle sue tesi.
L’uso persuasivo e raffinatissimo della parola, insieme al costante richiamo ai classici (da Omero a Pindaro, da Aristotele a Tolomeo, da Tucidide ad Arriano) fanno di questo libello di Sinesio di Cirene un’armoniosa sintesi di artificio retorico e cultura filosofica degna della migliore tradizione sofistica.
Al testo sinesiano fa da premessa un breve excursus autobiografico del curatore che, prendendo le mosse dall’historia suae pilosae calamitatis, offre al curioso lettore un breve compendio storico-antropologico dell’umana calvizie.
Elogio della calvizie
Sinesio di Cirenea cura di Antimo Cesaro
Anno di pubblicazione: 2014
Formato: 104 p., b/n
Collana: icovidivoci
ISBN: 9788890953743
10,00€
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Biografia dell'autore
Sinesio di Cirene (370-413) fu un raffinato uomo di cultura e un protagonista delle vicende politiche e religiose dell’Africa settentrionale tra il IV e il V secolo d.C.
Allievo di Ipazia ad Alessandria, completò i suoi studi ad Atene e ad Antiochia.
Vastissima la sua cultura filosofica, letteraria e scientifica, arricchita dalla frequentazione dei classici.
Prese parte attiva alla difesa della Cirenaica dalle invasioni barbariche e, in virtù dei meriti militari acquisiti e della straordinaria capacità di argomentazione, gli fu affidata, una delicata missione diplomatica a Costantinopoli, dove, nel 399, innanzi all’imperatore Arcadio, pronunciò uno splendido discorso, il De regno, ascrivibile al genere degli specula principum.
Ritornato in patria e abbandonata l’amata Cirene, si trasferì a Tolemaide, dove fu acclamato vescovo dal popolo.
Dopo molte incertezze, legate alla possibilità di conciliare la sua formazione neoplatonica con alcuni dogmi cristiani, accettò la cattedra episcopale.
Della sua vasta produzione di scritti ci restano 156 Lettere, 9 Inni, e varî scritti, tra cui Dione, De insomniis, Gli Egizî o della provvidenza e il sarcastico libello Elogio della calvizie.
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